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Perchè EL PUMA:passionale, riservato e profondo. E non è un caso che nella sua natura si rispecchiano le qualità dell’animale prescelto, il puma, un felino introverso e riservato, ma che sa fondersi con la parte selvaggia della vita quando ne sente il richiamo, un animale che non attacca se non viene molestato o se non sente in pericolo il proprio territorio, ma anche quando reagisce, non svela mai una parte distruttiva. Franco Attanasio, in arte El Puma Dj, ha voluto identificarsi in questo simbolo sia per naturale identificazione sia perché già gli amici lo chiamavano così, in onore alla sua somiglianza col cantante venezuelano Josè Luis Rodriguez, altrimenti detto El Puma. L’adozione definitiva di questo nome è stata più una scelta di vita che di stile: El Puma ha inteso in questo modo separare la sua identità pubblica da quella privata, per dare ad entrambe connotati più specifici. In questo modo si stempera la sua immagine, quella privata, di Franco, e quella pubblica, vale a dire quella dell’artista che sa ascoltare il battito animale e percepirne il messaggio. Un inizio a pieno RITMO:
Spiritualmente e musicalmente parlando, lindole di El Puma è il retaggio di anni trascorsi in paesi diversi in cui ha imparato a convivere con culture che gli hanno lasciato il segno. Venezuelano dorigine (è nato il 6 maggio del 1965, sotto il segno del Toro), di madre calegna (Colombia) e padre italiano, El Puma lascia trapelare questo duplice influsso dal cocktail dimpatto delle sue rivelazioni: possiede una grande professionalità, impreziosita della vasta conoscenza della realtà latinoamericana in tutte le sue sfaccettature. Il condizionamento della città materna lascia un segno profondo nellallora bambino Franco: Cali, la capitale della salsa, ma, ancor di più, la suggestiva vicinanza di una regione, El Chocò, un paese fatto di montagne che si affacciano sul mare, di strade dissestate e impervie. El Chocò è uno dei dipartimenti in cui è suddivisa la Colombia ed essendo una zona isolata, gli abitanti trascorrono la loro vita in passatempi diversi e molti diventano musicisti. El Chocò è diventato così un laboratorio musicale in cui si produce unalchimia di suoni cui i calegni vanno ad attingere.
I primi passi di un BALLERINO:
Dai 6 ai 17 anni El Puma ha vissuto in Venezuela, a San Cristobal, vicinissimo alla Colombia. E anche qui la sua indole ha subito il fascino di un paese per sua natura predisposto alla musica e alla festa. Nessuno andava a scuola di ballo, ma la gente imparava per istinto o imitazione, in casa degli amici, per strada, alle feste, od ovunque ci fosse stato un pretesto per bere un po’ di rum e ascoltare buona musica. El Puma compie i suoi studi al Liceo Scientifico di San Cristobal e ottiene ottimi risultati, ma nel frattempo si addentra sempre più in quella che sta diventando la sua grande passione, la musica salsa. Una cosa insolita per un ragazzo, visto che la tendenza dei suoi coetanei era quella di orientarsi più verso la “disco”, e considerare la “Musica bailable”un po’ come la musica delle vecchie generazioni, come in Italia i giovani sono abituati a discostarsi dal genere liscio. Ma l’attrazione che la salsa esercita su di lui è più forte di qualsiasi condizionamento dei suoi amici ed El Puma comincia a ballare, a frequentare i “Templetes”, esplosioni musicali che avvenivano nelle strade della città, o “Las Ferias”, vale a dire le feste patronali, o le feste private che si svolgevano a casa di amici e parenti. Ben presto rivelò un’innata predisposizione al ballo, forse perché buon sangue non mente: non poteva essere altrimenti con una madre salsera e un padre festaiolo, socievole, predisposto alla danza. I primi passi da ballerino, dunque, li fece prestissimo, quando i suoi amici preferivano la disco music, ma questo gli tornò utile quando, alle feste, era uno fra che sapeva ballare e, di conseguenza, uno fra i pochi che poteva invitare le ragazze...
La MUSICA:
Sempre il Venezuela è l’incredibile scenario in cui El Puma ha cominciato le prime esperienze musicali, antecedenti a quelle professionali. La conoscenza della musica è un fatto a sé stante in America Latina, è come il ballo, non si può imparare, prescinde da regole e conformismi, ma entra nella pelle e s’imprime nell’anima, e i nomi dei famosi musicisti sono conosciuti perché la loro voce e il loro ritmo riecheggiano ovunque, per strada, nei corridoi delle case, sugli autobus. Ma El Puma desiderava cimentarsi più a fondo in questo universo musicale e, mentre praticava le sue due altri grandi passioni –vale a dire il ciclismo e le arti marziali-, si è aggregato a un gruppo di amici che facevano servizio di miniteca. Si trattava di Dj e musicisti che mettevano a disposizione i loro apparecchi stereo, predisposti con tutto l’occorrente per realizzare impianti sia nelle piccole feste sia nelle grande strutture. Allora El Puma aveva 14 anni e viveva solo già da due anni, in una delle case dei genitori. Proprio in questa casa si riuniva coi suoi amici della miniteca per fare le prove e per organizzare affollatissime feste. A quest’età dimostra già una grandissima confidenza con quella consolle di cui, adesso, non può fare a meno…
L'incontro con BOLOGNA:
Nell’82 El Puma si è trasferito a Bologna e per cinque anni si è dedicato agli studi. Era infatti iscritto alla Facoltà di Ingegneria Civile, sezione edile, dove ha superato brillantemente 12 esami. E mentre viveva da solo in una città nuova, all’inizio sconosciuta, continuava a studiare e a mantenersi in piena autonomia. Nell’86 ha cominciato ad interessarsi seriamente alla salsa, anche se la sua carriera è cominciata come insegnante di ballo nell’88. Nora Martin, un’insegnante colombiana, lo aveva notato e gli aveva chiesto di lavorare con lei come assistente nelle sue scuole di Bologna e Ferrara. In breve tempo è diventato suo partner nelle esibizioni. Allora pochi sapevano ballare e quando la gente li vedeva in pista, li osservava con occhi increduli. Il passo dal ballo alla musica è stata la naturale conseguenza di un’indole già fortemente protesa in questa direzione. Così El Puma ha cominciato a lavorare come DJ e da allora, anno dopo anno, ha solcato le consolle dei più prestigiosi locali di musica latinoamericana.
Sicuramente a lui vanno riconosciuti svariati MERITI:
La filosofia si è da sempre indirizzata verso principi che inizialmente non venivano considerati fondamentali dagli adepti del microcosmo che frequentava lambiente latino. Lui è stato il primo, a Bologna, che si è battuto energicamente affinchè larte e il divertimento del DJ conquistassero tutte le sfumature di un mestiere in piena regola. A metà degli anni 80, la realtà latinoamericana a Bologna veniva spesso considerata con diffidenza. Alle radici di questo atteggiamento cera una mentalità razzista che riuniva indiscriminatamente gli stranieri entro un unico calderone: dire latino, musulmano o africano non cambiava nulla. El Puma si è sempre opposto a questi schemi di giudizio. Per lui, più colori ci sono, più risulta bella la serata. Ma, a parte il discorso del razzismo, il grande contributo riconosciuto a El Puma è quello di aver rivestito di professionalità una figura così discussa come quella del DJ. Professionalità che significa innanzitutto serietà, preparazione musicale e tecnica, capacità di rivestire vari ruoli (DJ, organizzatore di serate, vocalist, animatore, maestro di ballo), aggiornamento costante, pubbliche relazioni con tutti gli esperti del settore nellambito italiano e internazionale, rispetto della parola data e impegno a mantenere gli accordi.
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